Terre pericolose by Vari (Brian W. Aldiss)

Terre pericolose by Vari (Brian W. Aldiss)

autore:Vari (Brian W. Aldiss) [Vari (Brian W. Aldiss)]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: racconti, fantascienza, copertina
pubblicato: 1918-12-31T23:00:00+00:00


V

LA FOLLIA DEL CENTAURO

La testa mostruosa del centauro si abbassò; e gli occhi acquosi indugiarono avidi sulla nudità della fanciulla. Lei colpiva, invano, graffiava la faccia del mostro. Ma il centauro, sebbene sanguinasse, non faceva caso alle ferite.

Mason riuscì a rialzarsi, stordito. Il pugnale scintillava sulla paglia, accanto a lui. Si chinò e lo prese. Si girò verso l'uomo-bestia.

Pallida e immobile, Alasa giaceva tra le braccia del centauro. Il mostro non badava ad altro che a lei. I suoi occhi erano sbarrati, iniettati di sangue, la saliva gli colava dalla bocca flaccida. Non vide Mason che avanzava guardingo.

L'uomo aveva una sola possibilità, e lo sapeva. Senza far rumore, girò furtivamente dietro la belva. All'ultimo momento il centauro intuì il pericolo, e fece per voltarsi di scatto, con un ruggito di minaccia.

Il braccio di Mason si avventò, dall'alto in basso. Il pugnale squarciò la gola del centauro, fendendo pelle e muscoli e cartilagini. Scaturì un gran fiotto di sangue, che spruzzò di scarlatto la fanciulla nuda.

Con un urlo assordante di dolore, il centauro lasciò cadere Alasa. Si strinse con le mani la gola straziata, e si scagliò contro Mason.

L'uomo riuscì a schivare in tempo, sebbene gli zoccoli lo scalfissero. Mentre il mostro gli passava accanto, concentrò tutte le sue forze in un balzo disperato. Sentì sotto di lui la carne dura come ferro, ricadde sul dorso del centauro, le braccia avvinghiate intorno alla gola ferina. Nella destra stringeva ancora il pugnale.

L'uomo-bestia impazzì. Urlando, avventò le mani all'indietro, cercando la sua preda.

Le dita unghiute si protesero verso gli occhi di Mason.

L'archeologo colpì alla cieca con il pugnale. Si sentì lanciare nell'aria, cadde pesantemente sul fianco, e rotolò su se stesso. Gli zoccoli scalpitanti lo sfiorarono passando. Mason balzò in piedi vacillante... e si fermò.

I centauro era cieco. Il colpo casuale della lama gli aveva squarciato i globi oculari. La faccia bestiale era velata di sangue. E se prima il mostro era furioso... adesso era un demonio incarnato.

Cieco e morente, urlava di rabbia folle e di bramosia di sangue. Gli zoccoli battevano furiosamente la paglia, le grandi braccia mulinavano, e il mostro si aggirava nella tana, dando la caccia all'uomo che l'aveva colpito. Mason vide Alasa distesa lì accanto. Si lanciò verso di lei, sollevò tra le braccia quel corpo nudo. Barcollando, si rifugiò in un angolo, e il centauro gli passò accanto rapidissimo.

Era un gioco folle e fantastico; il mostro cieco e morente cercava la preda, e Mason, reggendo la fanciulla, lo schivava e attendeva, alternativamente, mentre il respiro era una fiamma che gli bruciava la gola. All'improvviso il centauro si arrestò, con le braccia insanguinate che pendevano inerti, la testa cieca levata in ascolto.

Si irrigidì mentre Alasa, tra le braccia di Mason, gemeva e si agitava. Guidato dal suono, si avventò...

E crollò, morto. Rotolò in un mucchio informe e sanguinoso, sulla paglia, e la grande ferita alla gola smise di sanguinare quando il possente cuore ferino cessò di battere. Giacque immobile: la sua vita spaventosa era finita per sempre.

Mason si sentì scosso dalla reazione.



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